venerdì 23 gennaio 2015

Buergeriano che passione....


Passo per passo la creazione di un boschetto....




 Questi sono i materiali di partenza. Le piante più grandi sono piccole ceppaie ottenute da talea con il metodo della tavoletta forata (metodo di cui si è già ampiamente parlato su varie riviste di bonsai). Queste sono state preparate circa dieci anni fa con lo scopo di ottenere ceppaie da destinare a usi differenti. Sono sempre state coltivate in vaso salvo un periodo di due anni in cui sono state messe in campo per accelerarne la crescita.  
Le piantine più piccole invece sono state ottenute da una semina effettuata nel 2004. Dopo la semina, le piante in questione, non sono mai state travasate in vasetti singoli e sono sempre state concimate in maniera leggera, proprio per mantenere le dimensioni ridotte.



Si inizia il lavoro. Come prima operazione si cerca il gruppo che diventerà il leader della composizione. Si decide di utilizzare quello ritratto nella foto poiché presenta un buon nebari con radici raggiate e una buona dimensione dei tronchi.



Dopo averne pulito e potato le radici, il nostro leader è posto nel vaso per poterne decidere il fronte e l’inclinazione corrette e poter cosi scegliere il secondo gruppo.



Avendo a disposizione tanti materiali diversi, riesco a trovare un gruppo di tre tronchi che armonizza perfettamente con il leader. 



Anche guardando dal lato destro, i tronchi si presentano in perfetta armonia.





particolare del nebari del gruppo…
                                                               




A questo punto si preparano alcune piantine piccole che  vengono inserite  sul lato destro e sul retro verso sinistra. Secondo me, perché un boschetto sia veramente evocativo, è importante che la differenza di diametro tra i tronchi più grossi e quelli più piccoli all’ interno della composizione sia elevata. Questa è una condizione necessaria per dare profondità e maestosità ad un boschetto, condizione  che permette anche di ricreare l’effetto che si ha quando si osserva una foresta in natura. Qui, infatti, anche se tutti i tronchi hanno all’incirca lo stesso diametro reale, otticamente appariranno molto diversi a seconda che siano vicini all’osservatore oppure lontano quindi, un boschetto dove i tronchi sono tutti simili potrà risultare piatto e poco credibile.
                                                                 




  Il lato destro
                                                                 


IL lato sinistro. Si noti come le piantine più piccole vengano posizionate leggermente distanziate dai tronchi più grossi per enfatizzare il senso di profondità.






A questo punto si può iniziare a mettere il terriccio (composto da akadama e pomice in parti uguali e un piccolo quantitativo di lapillo grosso e kiriu).Tutti i tronchi sono stati fissati in modo che mantengano la posizione che gli è stata data e il tutto è stato fissato saldamente al vaso. Sul fondo del vaso, come strato di drenaggio è stata messa la stessa miscela usata per coprire le radici. Con il bastoncino di bamboo si fa penetrare bene la terra all’interno del pane radicale.
                                                         



      
Ecco il risultato finale dopo aver eseguito una leggera potatura dei rametti presenti sui tronchi più grossi  e aver coperto la superficie del terriccio con dello sfagno umido e finemente sminuzzato
                                                                   



Questa foto è dell’ autunno 2008 ed è cosi che il boschetto si presenta dopo la caduta delle foglie. Durante l’estate più volte è stato potato e defogliato in maniera leggera per regolare il vigore di crescita.





Dopo la potatura. Avendo a disposizione molti germogli nuovi si possono eliminare tutti i rametti inutili iniziando cosi a definire la ramificazione di base.

                                                                


 Ecco come si presenta il boschetto nel febraio 2011….

Nessun commento:

Posta un commento